Uno dei Capolavori Disney Più Sottovalutati di Sempre
di Pierpaolo Cirigliano
Era da tempo che non guardavo “Il pianeta del tesoro”, e ancora una volta ho avuto la conferma che è uno dei film Disney più sottovalutati di sempre.
Nel 2002, la Disney ha dato nuova
vita a un classico letterario con il film d'animazione “Il pianeta del tesoro”
(*Treasure Planet* in originale), una reinterpretazione fantascientifica
dell'omonimo romanzo di Robert Louis Stevenson.
“Il pianeta del tesoro” non è una
semplice trasposizione del romanzo di Stevenson, ma una vera e propria
reimmaginazione della storia.
Ambientato in un universo
futuristico, il film trasforma i velieri in navi spaziali e i mari in vasti
spazi interstellari. La trama segue comunque fedelmente la struttura del
racconto originale: il giovane Jim Hawkins trova una mappa che lo conduce in un'avventura
mozzafiato alla ricerca di un leggendario tesoro nascosto su un pianeta
misterioso.
Questo è uno di quei film che
personalmente preferisco guardare in italiano, non solo per la qualità del
doppiaggio, ma soprattutto per la splendida colonna sonora, "Ci sono
anch'io". La canzone, interpretata da Max Pezzali (883) con direzione musicale di Claudio
Cecchetto e Pier Paolo Peroni, è stata incisa presso Jungle Sound Station a
Milano.
Il testo di "Ci sono anch'io"
riflette perfettamente la determinazione di Jim a non arrendersi e a seguire le
sue ambizioni, anche quando gli altri dubitano di lui o quando le circostanze
sembrano avverse. Questo messaggio di resilienza è centrale per il personaggio
di Jim e risuona fortemente sia nel pubblico giovane che negli adulti.
La canzone invita chiunque si
senta perso o sottovalutato a credere in sé stesso e a continuare a lottare per
i propri ideali. È un inno alla perseveranza e alla fiducia nelle proprie
capacità, anche di fronte alle difficoltà. In questo senso, "Ci sono
anch'io" non è solo una parte integrante della colonna sonora del film, ma
anche un potente messaggio di empowerment.
A questo punto, è interessante
analizzare uno dei momenti più toccanti del film: il dialogo tra John Silver e
Jim Hawkins. Questo scambio è cruciale non solo per lo sviluppo del film, ma
anche per l’intera storia della Disney.
Jim, dopo aver commesso un errore, è scoraggiato. Silver interviene per consolarlo, dicendo:
Silver: "Un momento,
stammi un po' a sentire Jim Hawkins. Tu hai la stoffa per compiere grandi
imprese, ma devi prendere in mano il timone e tracciare la tua rotta, e devi
seguirla, anche in caso di burrasca... E quando verrà il momento in cui potrai
mettere alla prova la qualità delle tue vele e mostrare di che pasta sei fatto,
beh, spero di essere lì, a godermi lo splendore della luce che emanerai quel
giorno."
Questo dialogo, semplice ma di
enorme forza emotiva, sottolinea l’importanza dell’autostima e il valore di
avere dei mentori nella vita. Silver, con parole dirette e senza presunzione,
riesce a trasmettere a Jim un insegnamento fondamentale: la dignità di chi sa
tracciare la propria strada.
i maestri persone comuni che prive
di saputa saccenza con semplici parole insegnano qualcosa.
Lo dice la parola stessa dal
latino Magister (etimologicamente connesso con parole come magis, minister
e minus ) che indicava colui che
è superiore ad altri per potere, dignità, autorità.
Sottolineo la parola dignità.
In conclusione, sebbene “Il
pianeta del tesoro” non abbia ottenuto il successo commerciale sperato, è
diventato nel tempo un cult tra gli appassionati di animazione, un film d’animazione
che pur essendo tale induce ad una attenda riflessione.
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